La birra è, probabilmente, una delle bevande più antiche e apprezzate al mondo, tanto che se ne stima un consumo di decine di miliardi di litri ogni anno.
Viene realizzata attraverso il processo di fermentazione di cereali come orzo o frumento e può includere ingredienti aggiuntivi, come luppolo, lievito e vari tipi di aromi.
Nonostante sia sinonimo di convivialità, ci sono persone che manifestano reazioni avverse al consumo di birra, spesso ricondotte a un’ipotetica intolleranza a questa bevanda.
In realtà, non esiste una definizione medica ufficialmente riconosciuta che definisca questo tipo di disturbo come una specifica intolleranza alimentare.
Tuttavia, molte persone riscontrano sintomi poco simpatici legati ai suoi componenti.
Vediamo, dunque, quali possono essere i possibili sintomi, le cause più comuni e i rimedi da adottare.
Cos’è l’intolleranza alla birra?
Quando si parla di intolleranza alla birra, ci si riferisce a reazioni indesiderate che si manifestano dopo il consumo di questa bevanda.
La birra contiene diversi composti che possono causare problemi nei soggetti predisposti: tra questi, troviamo il glutine, i solfiti, le istamine, il lievito e i residui di frumento o orzo.
Ognuno di questi elementi può causare di per sé dei sintomi di natura digestiva o allergica.
In generale, un’intolleranza alimentare (diversa dall’allergia) si verifica quando l’organismo fatica a digerire o metabolizzare specifiche componenti di un alimento o di una bevanda, provocando reazioni che, pur non coinvolgendo direttamente il sistema immunitario, risultano comunque fastidiose.
Nel caso della birra, è più corretto parlare di ipersensibilità verso uno o più dei suoi ingredienti, piuttosto che di un’unica e generica intolleranza alla birra stessa.
Quali sono i sintomi dell’intolleranza alla birra
Le reazioni al consumo di birra possono presentarsi in modo diverso da persona a persona e con intensità variabile da caso a caso.
In alcuni casi, è possibile che si manifesti un arrossamento della pelle, soprattutto sul volto, e una sensazione di calore che può dipendere dalle istamine prodotte durante la fermentazione.
Altre persone accusano problemi gastrointestinali, come gonfiore, crampi, meteorismo o diarrea, soprattutto se sensibili al glutine o ad additivi specifici.
In alcuni casi, la bevanda può provocare un senso di nausea o di bruciore allo stomaco, spesso correlato alla presenza di solfiti o lievito.
Non manca chi riferisce anche problemi respiratori di leggera entità, come congestione nasale o una fastidiosa sensazione di oppressione toracica.
Talvolta, compaiono anche cefalea e spossatezza, che possono essere riconducibili all’effetto vasodilatatore delle istamine o all’alcol in sé.
È fondamentale prestare attenzione alla ricorrenza di tali sintomi: se si presentano ogni qual volta si consumi questa bevanda, è opportuno consultare un professionista per valutare l’effettiva natura del problema.
Principali cause dell’intolleranza alla birra
Come anticipato, il contributo all’insorgenza di sintomi dopo il consumo di birra, può dipendere da una serie di componenti diversi presenti in essa.
In primo luogo, il lievito di birra, necessario per la fermentazione, può essere scarsamente tollerato da chi presenta una particolare suscettibilità a questo microrganismo o ai suoi residui.
Altre persone mostrano difficoltà digestive o reazioni avverse dovute al frumento o all’orzo, cereali contenenti glutine e che possono essere un potenziale problema per celiaci e soggetti con sensibilità al glutine non celiaca.
I solfiti, spesso impiegati come conservanti per garantire la conservazione del prodotto, sono un altro fattore scatenante che si presenta con una certa ricorrenza.
Alcune persone sviluppano reazioni di tipo asmatico o cutaneo a causa di queste sostanze chimiche.
Anche per i problemi di tipo gastrointestinale e di malassorbimento, il responsabile si rivela essere il glutine in chi soffre di patologie come la celiachia.
Inoltre, le istamine che si generano durante la fermentazione possono determinare arrossamenti cutanei, prurito o mal di testa, specie nei soggetti particolarmente sensibili a queste molecole.
Diagnosi dell’intolleranza alla birra
Nel momento in cui si constati che la birra è causa di manifestazioni avverse, è consigliabile rivolgersi a un medico o allergologo per una corretta diagnosi.
In un primo momento, viene eseguita un’accurata anamnesi, ossia un’analisi dettagliata della storia clinica del paziente, durante la quale si valutano lo stile di vita, le abitudini alimentari e la frequenza con cui si consumano bevande alcoliche.
Questa fase permette anche di escludere altre possibili cause, come l’intolleranza all’alcol in generale, la presenza di reflusso gastroesofageo o altre patologie digestive.
Successivamente, si procede con eventuali test allergologici, i quali possono comprendere test cutanei (come il prick test) o esami del sangue per verificare la presenza di anticorpi IgE specifici.
Se vi è il sospetto di celiachia o di un’altra forma di sensibilità al glutine, lo specialista potrebbe suggerire ulteriori accertamenti, come i test sierologici (anticorpi anti-transglutaminasi) o una gastroscopia con biopsia intestinale nei casi più complessi.
Una corretta diagnosi è imprescindibile per stabilire se i problemi siano causati da una vera e propria allergia, da una condizione come la celiachia oppure da un’ipersensibilità alle altre sostanze presenti nella bevanda.
Come gestire l’intolleranza: prodotti alternativi e medicinali
Ci sono diverse strategie da attuare per le persone che manifestano reazioni avverse alla birra.
Per prima cosa, può essere utile ridurre o eliminare la birra tradizionale, specialmente le varietà che contengono elevati livelli di glutine, solfiti o istamine.
Esistono, in commercio, birre gluten free che impiegano cereali alternativi, come sorgo, riso o mais, meno problematici per chi soffre di celiachia o di sensibilità al glutine.
Dal punto di vista farmacologico, chi sperimenta sintomi di lieve entità (come rossore cutaneo, prurito o congestione nasale) può trovare sollievo con antistaminici, dopo averne parlato con il proprio medico.
Tuttavia, l’intervento più sensato consiste sempre nell’agire alla radice del problema, evitando i composti in grado di provocare la reazione.
Questo approccio è particolarmente utile per i soggetti che abbiano già diagnosticato un’allergia specifica o che, attraverso test e consulenze specialistiche, abbiano individuato con esattezza la sostanza responsabile dei sintomi.
Conclusione
In definitiva, ciò che viene chiamata “intolleranza alla birra” comprende un insieme di reazioni avverse a determinati ingredienti.
Per individuare la vera causa dei sintomi, è essenziale rivolgersi a un professionista e, se necessario, eseguire test allergologici o diagnostici più approfonditi.
Identificare con precisione l’origine del malessere permette di trovare soluzioni personalizzate.
Per gestire più facilmente le proprie restrizioni alimentari, soprattutto quando si mangia fuori, ci si può avvalere di strumenti innovativi, come MyCIA e la Carta d’Identità Alimentare.
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In questo modo, anche per coloro che hanno a che fare con possibili intolleranze o allergie specifiche sarà più facile vivere serenamente l’esperienza della ristorazione, senza dover rinunciare al piacere di un buon brindisi, purché in sicurezza e consapevolezza.