L'intolleranza glucidica è una condizione viene spesso sottovalutata, in cui il corpo fatica a gestire i livelli di zucchero nel sangue.
I sintomi attraverso i quali questo problema può manifestarsi sono svariati e possono presentarsi anche sotto forma di stanchezza e sbalzi di energia dopo i pasti, a causa della resistenza all'insulina, l'ormone che regola il glucosio.
Questo tipo di intolleranza necessita di essere trattata tempestivamente in quanto, nel lungo termine, può portare a complicazioni più gravi come il diabete di tipo 2.
È molto importante, dunque, comprendere le cause, i sintomi e le modalità con le quali gestire il problema, attraverso attente diagnosi e ponendo una certa attenzione che guardi verso una corretta alimentazione
In tal modo, sarà possibile gestire al meglio il disturbo e per prevenire l'aggravarsi della condizione.
Iperglicemia o prediabete: che cos’è?
Cos'è l'intolleranza glucidica?
L'intolleranza glucidica, chiamata anche con il nome “prediabete”, è una condizione in cui il corpo ha difficoltà nel gestire efficacemente i carboidrati, innalzando, in modo non indifferente, i livelli di glucosio nel sangue.
Si manifesta nel momento in cui il corpo sviluppa una resistenza all’insulina, l’ormone che mantiene stabili i livelli di zucchero nel sangue.
L'intolleranza glucidica si divide in due principali condizioni:
- l'alterata glicemia a digiuno (IFG), in cui i livelli di zucchero nel sangue si presentano alti durante i momenti di digiuno
- l'alterata tolleranza al glucosio (IGT), in cui si riscontrano valori elevati dopo il consumo di pasti.
È importante ribadire che, se non trattata, l'intolleranza glucidica può evolvere in diabete di tipo 2.
Cause dell'intolleranza glucidica
Tendenzialmente, tra le principali cause dell'intolleranza glucidica, troviamo la predisposizione genetica.
Le persone che hanno casi di diabete o prediabete tra i propri familiari, sono più inclini a sviluppare questa condizione.
Ma la genetica non è l'unico fattore ad influire nella possibile comparsa di questo tipo di disturbo.
Molte volte, uno stile di vita sedentario, una dieta ricca di carboidrati raffinati e zuccheri, il sovrappeso e l'obesità possono essere cause importanti perché si verifichino casi di intolleranza glucidica.
Anche fattori epigenetici e ambientali possono giocare un ruolo significativo.
Tra questi, troviamo: lo stress cronico, il fumo e il consumo eccessivo di alcol.
Tutti questi, sono fattori che possono influenzare negativamente la sensibilità all'insulina e peggiorare l'intolleranza glucidica.
Sintomi dell'intolleranza glucidica
Non per tutte le persone che ne soffrono, i sintomi, si manifestano allo stesso modo, ma possono variare da persona a persona.
Il più delle volte, possono essere lievi o del tutto assenti.
Tuttavia, quando si manifestano, i sintomi più comuni possono includere stanchezza persistente e mancanza di energia, soprattutto dopo i pasti ricchi di carboidrati.
Inoltre, possono verificarsi sbalzi d'umore, irritabilità e una continua sensazione di appetito, che il più delle volte si manifesta nei confronti di cibi dolci.
Altri segnali significativi, infine, possono essere l'aumento di peso, specialmente nella zona addominale, crampi addominali, sete intensa e minzione frequente.
Anche se, come visto, i sintomi possono essere lievi, è importante non sottovalutarli o ignorarli, poiché possono indicare un disturbo metabolico che necessita di attenzione medica.
Diagnosi dell'intolleranza glucidica
Come per le altre intolleranze, anche quella glucidica può essere diagnosticata tramite diversi esami.
Il primo è il test della glicemia a digiuno, che misura i livelli di glucosio nel sangue dopo almeno otto ore di digiuno. Se i risultati si attestano tra 100 e 125 mg/dL, significa che la glicemia a digiuno è alterata, un chiaro segnale di intolleranza glucidica.
Un altro esame è l'OGTT (curva da carico di glucosio).
Questo test valuta la capacità del corpo di gestire un carico di glucosio.
Dopo la somministrazione di una bevanda zuccherata, si effettuano prelievi di sangue a intervalli regolari per monitorare i livelli di glucosio.
Se, due ore dopo l'assunzione della bevanda, i valori sono compresi tra 140 e 199 mg/dL, si rileva una ridotta tolleranza al glucosio.
Infine, troviamo il test dell'emoglobina glicata (HbA1c), che fornisce una panoramica dei livelli di zucchero nel sangue negli ultimi 2-3 mesi. Valori compresi tra il 5,7% e il 6,4% indicano un rischio di diabete e una possibile intolleranza glucidica.
È di fondamentale importanza consultare il medico in presenza di sintomi o fattori di rischio e sottoporsi a questi test per identificare un'eventuale intolleranza glucidica, prevenendo così la progressione verso il diabete.
Intolleranza glucidica: cosa mangiare
La gestione dell'intolleranza glucidica si basa principalmente su una corretta alimentazione.
Con l'aiuto di un nutrizionista, è di fondamentale importanza seguire una dieta a basso indice glicemico, che aiuti a mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue e a migliorare la sensibilità all'insulina.
Tra gli alimenti consigliati ci sono i cereali integrali, le verdure non amidacee, i legumi e le proteine magre
Questi cibi, grazie alla loro digestione lenta, evitano improvvisi picchi glicemici.
Le fibre, in particolare, svolgono un ruolo cruciale nel regolare l'assorbimento del glucosio e nel favorire un corretto funzionamento intestinale.
È altrettanto importante ridurre o eliminare il consumo di zuccheri raffinati, bevande zuccherate e alcoliche, oltre ai carboidrati semplici come pane bianco, dolci e pasta raffinata, che possono peggiorare la resistenza all'insulina e far aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue.
Consultando uno specialista, è possibile gestire efficacemente l'intolleranza glucidica anche attraverso l'adozione di pasti regolari e bilanciati, che aiutino a mantenere stabili i livelli di glucosio durante l'intera giornata.
Consigli pratici per la vita quotidiana
Una delle difficoltà maggiori nella gestione dell'intolleranza glucidica si presenta nei contesti sociali.
Mangiare fuori casa e partecipare a eventi sociali può risultare particolarmente complicato per chi soffre di questa condizione.
Tuttavia, adottando alcuni semplici accorgimenti, è possibile gestire queste situazioni senza mettere a rischio la salute, evitando alimenti potenzialmente dannosi.
Prima di recarsi al ristorante, è utile consultare il menù per verificare la presenza di opzioni adatte.
A questo proposito, i servizi di MyCIA rappresentano uno strumento molto utile: compilando la propria Carta d’Identità Alimentare, è possibile confrontare le proprie esigenze alimentari con i menù digitali dei ristoranti, garantendo una scelta sicura e personalizzata.
Anche l'attività fisica regolare svolge un ruolo importante nella gestione dell'intolleranza glucidica. L'esercizio fisico contribuisce a migliorare la sensibilità all'insulina e a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue.
Non è necessario seguire programmi di allenamento troppo intensi: bastano 30 minuti al giorno di attività fisica moderata, come una passeggiata, un giro in bicicletta o una nuotata, per fare la differenza.
Inoltre, per chi ha ricevuto una diagnosi di intolleranza glucidica, è essenziale monitorare regolarmente i livelli di glicemia. L'uso di dispositivi per la misurazione del glucosio nel sangue, insieme a un diario alimentare, può aiutare a gestire la condizione efficacemente.
In conclusione, una gestione attenta e uno stile di vita sano possono prevenire il peggioramento dell'intolleranza glucidica, permettendo di vivere in modo equilibrato e riducendo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.